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Numero 4 - Aprile 2005 |
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Archivio Vox Praesepis |
Sommario
Conoscere l’Opera Praesepium: le delegazioni e le cellule presepiali. Conoscere il territorio: Castel di Tusa, i presepi di Nucara. Attualità: i Referendum sulla procreazione assistita. Vox Informa: |
Attualità I REFERENDUM SULLA PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA I Referendum della primavera 2005, che vogliono modificare la Legge sulla Procreazione Assistita (L. n.40/ 19 febbraio 2004) , attaccano fondamentali diritti della persona e le basi stesse della convivenza civile. I CONTENUTI DELLA LEGGE N.40/2004a) La fecondazione artificiale consiste nel produrre embrioni facendo incontrare l’ovulo femminile e gli spermatozoi all’esterno del corpo della donna; gli embrioni così ottenuti vengono successivamente impiantati in utero. b) La Legge 40/2004 consente soltanto la “fecondazione omologa”, attuata, cioè, con materiale proveniente dalla coppia che ne fa richiesta; vieta, invece, la “fecondazione eterologa”, nella quale si utilizza un donatore esterno alla coppia, che rimane anonimo. c) Alle tecniche di fecondazione artificiale sono ammesse solo le coppie di maggiorenni di sesso diverso, in età potenzialmente fertile (per evitare le mamme-nonne), in cui i richiedenti siano entrambi viventi (per evitare che il bambino nasca orfano). Sono ammesse anche le coppie conviventi (questo è un punto debole della Legge, perché il matrimonio dei genitori costituisce la migliore condizione di garanzia per il bambino). d) La legge 40/04 vieta la “maternità surrogata”, cioè non è permesso che qualcuno usi questa tecnica per fare un figlio per conto di altri: il cosiddetto “utero in affitto”. e) La Legge 40/04, in ossequio a quanto afferma la scienza, conferma che l’embrione è un essere umano. PRIMA DELLA LEGGE: il Far West! gli embrioni prodotti artificialmente venivano congelati, ed impiantati a più riprese nella donna finchè non otteneva una gravidanza. Raggiunto questo obiettivo, gli embrioni rimanenti venivano conservati finchè, ormai scaduti, venivano distrutti. I laboratori di ricerca chiedono che tali embrioni (decine di migliaia in Italia) vengano resi disponibili per la sperimentazione, come, purtroppo, già avviene in altri paesi. f) L’art. I della L.40/04 riconosce i diritti di tutti i soggetti coinvolti, sottolineando quelli del concepito: - la legge stabilisce che non si possono produrre più di tre embrioni per volta, e che debbono essere immediatamente impiantati nella donna. In questo modo viene vietata la crio-conservazione (congelamento), fatti salvi quei casi che, per motivi di salute della donna, si renda impossibile l’impianto immediato. - La legge prevede che gli embrioni congelati in passato, ora abbandonati e disconosciuti, possano venire “adottati” da coppie che ne hanno i requisiti. g) La L.40/04 vieta la clonazione, la selezione eugenetica, la manipolazione e la sperimentazione sugli embrioni, l’aborto selettivo (consistente nel lasciare in vita solo un embrione, nel caso in cui attecchiscano più embrioni= 1 solo, gli altri uccisi!). h) La legge consente soltanto l’intervento terapeutico, che abbia come scopo unicamente la salute dell’embrione sul quale si interviene. I QUATTRO QUESITI DEI REFERENDUM I quesiti proposti dal Referendum, che mirano a stravolgere la Legge 40/04 che, pur nei suoi limiti, è una normativa che mette ordine nel far West della procreazione artificiale, sono i seguenti: (i Radicali avevano proposto un refedendum abrogativo di tutta la legge 40/04) 1 – “Per consentire nuove cure per le malattie come l’Alzheimer, il Parkinson, le sclerosi, il diabete, le cardiopatie, i tumori”. Di fonte a questa formulazione il cittadino potrebbe essere indotto a dire di SI: chi non vuole che si curino i malati? Per ottenere queste cure , il referendum chiede che si consenta la clonazione embrionale, cioè la creazioni di embrioni che siano dei “cloni” del paziente adulto, dunque che si producano esseri umani appositamente per usarli come materiale di laboratorio. Per facilitare questa pratica, il referendum elimina la finalità terapeutica della legge e il principio di ricorrere alle tecniche di procreazione artificiale solo dopo avere tentato altre strade per curare la sterilità o l’infertilità della coppia: più embrioni ci saranno a disposizione, meglio sarà. In realtà, queste cure, di cui parla il Referendum, attualmente non esistono, né è prevedibile che si ottengano in breve tempo. Soprattutto a queste cure si può arrivare senza usare le cellule staminali degli embrioni, ma quelle del cordone ombelicale o quelle degli adulti (solo per fare un nome: questo discorso è convalidato da una delle massime autorità al mondo nel campo della ricerca sulle preziose cellule staminali, il PROF. ANGELO LUIGI VESCOVI, condirettore dell’Istituto di ricerca sulle cellule staminali dell’ISTITUTO SCIENTIFICO SAN RAFFAELE DI MILANO: “… Da laico e agnostico dico: l’embrione è un essere umano a tutti gli effetti. Stiamo attenti a parlare di esseri che non sono persone, perché questa è la stessa cosa che dicevano i Romani degli schiavi, e anche a sostenere che l’embrione non ha certe funzioni mentali, perché un malato di Alzheimer può trovarsi nella stessa situazione, e spero che nessuno pensi di eliminarlo”… “ Ci sono numerose terapie salvavita che rappresentano realtà cliniche importanti, quali le cure per la leucemia, le grandi lesioni ossee, le grandi ustioni, il trapianto di cornea, che si basano sull’utilizzo di cellule staminali adulte”… “ Lasciamo perdere lo spauracchio dei limiti alla ricerca scientifica! … riportiamo il dibattito sul terreno della procreazione assistita e del diritto alla vita dell’embrione, che, ripeto, da laico e ateo, precede inequivocabilmente il diritto alla procreazione”). Il 1° quesito chiede in, realtà, la cancellazione di quegli articoli e commi che riguardano l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, previsto dalla legge soltanto per le coppie sterili, e il divieto di produrre più di tre embrioni per evitare il congelamento degli stessi.
2 – “ Per la tutela della salute della donna” Questo referendum vuole introdurre la possibilità che vengano creati molto più embrioni di quelli consentiti per un unico e immediato impianto; di conseguenza vorrebbe re-introdurre la pratica della crio-conservazione (congelamento) degli embrioni. E’ un referendum particolarmente subdolo perché, pur dichiarando che il proprio obiettivo è la tutela della salute della donna, propone esattamente il contrario: per ottenere molti ovuli dalla donna, è necessario, infatti, operare una stimolazione ormonale particolarmente forte e invasiva; infatti, questo referendum vuole pure eliminare il "principio della gradualità” della terapia, che la legge prevede proprio per tutelare la salute della donna. Anche questo referendum elimina le finalità terapeutiche della legge e il ricorso alle tecniche di procreazione artificiale come ultima istanza; incredibilmente, vuole che sia consentito alla coppia di ritirare il proprio consenso anche dopo la fecondazione, abbandonando gli embrioni (i figli) già prodotti: in questo modo, la procreazione artificiale diventerebbe una tecnica come tante altre, che deresponsabilizza completamente chi vi accede. Il 2° quesito chiede di cancellare quegli articoli ove la Legge delinea le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti, compresa la tutela dei diritti il concepito.
3 – “ Per l’autodeterminazione e la tutela della salute della donna” E’ uguale al referendum precedente: a) vuole un maggior numero di embrioni per la sperimentazione; b) vuole eliminare l’art. 1, comma 1 della legge”Assicura i diritti a tutti i soggetti coinvolti”; c) toglie ogni tutela alla coppia(deresponsabilizzazione) e al concepito. Il 3° quesito chiede poi, in particolare, la cancellazione di quegli articoli della legge, ove si vieta il congelamento, la ricerca sugli embrioni e la cosiddetta clonazione terapeutica.
4 – “ Per la fecondazione eterologa” Il 4° quesito chiede che venga cancellato il divieto di fecondazione eterologa, realizzata con ovuli e spermatozoi di soggetti diversi da quelli della coppia. Ecco i guasti che produrrebbe tale tipo di fecondazione : a) – Creazione di più genitori con difficoltà, a lungo termine, specialmente da parte del padre legale, ma non naturale, di accettare il figlio; b) – Pericolo di matrimoni tra consanguinei (il donatore anonimo può donare più volte il seme con la risultanza di avere tanti figli naturali, che non sapranno mai chi è il loro genitore naturale); c) – Difficoltà serie per eventuali cure sui figli, nati da altri semi (ignorando la storia clinica del padre naturale, perché anonimo, sarà assai difficile intervenire in determinate malattie del figlio legale). Nei paesi ove si è attuata la fecondazione eterologa, per questi gravi difficoltà oggettive e pericoli incombenti, stanno facendo marcia indietro.
CONSIDERAZIONIIl 19 febbraio 2004 si è arrivati all’approvazione della Legge che detta “Norme sulla procreazione medicalmente assistita”, dopo un estenuante percorso parlamentare, lungo due legislature, accompagnato da un interesse di tanti cittadini e realtà associative.Alcuni interrogativi:1 - La legge n.40/04 è uno scontro tra destra e sinistra? NO!Perché si è arrivati all’approvazione con i voti di tutti gli schieramenti politici: infatti, il contributo al via di questa legge è stato dato sia da esponenti del Centro-destra, che del Centro-sinistra.
2 – La legge 40/04 è uno scontro tra
cattolici e non cattolici ? NO! In secondo luogo, questa legge non corrisponde pienamente ai contenuti della Dottrina della Morale Cattolica, per certi aspetti se ne distacca, per cui i Cattolici non possono essere accusati di una imposizione al Paese di una visione confessionale cattolica in materia di procreazione.
GIUDIZIO ETICO CATTOLICOLiberato il campo da questi falsi pregiudizi sul Mondo Cattolico, è bene rendere noto il Giudizio etico cattolico sulle tecniche di procreazione artificiale: Il giudizio etico della Chiesa Cattolica sulle tecniche di procreazione assistita, previste dalla legge, non può essere positivo, perché non si limitano ad aiutare l’atto coniugale dei coniugi, in modo che esso arrivi al fine della procreazione; al contrario, sono tecniche sostitutive dell’atto coniugale, il quale è, invece, atto personale, coinvolgente la totalità delle persone dei coniugi in maniera libera, responsabile ed esclusiva. Ciò significa che l’atto coniugale spetta solo ai due coniugi, e che l’inizio dell’esistenza di una nuova vita umana non dovrebbe essere separato dall’amore coniugale che la genera. La retta ragione imporrebbe, dunque, di non ricorrere alle tecniche di procreazione artificiale, e di rendersi disponibili, invece, all’adozione, cioè al dare dei genitori ai bambini che ne sono privi. Pertanto, pur rispettando il profondo desiderio di un figlio da parte di una coppia, bisogna affermare che non esiste “un diritto al figlio”, mentre esiste “il diritto del bambino” ad avere una famiglia. Oggi, però, la mentalità prevalente non accetta facilmente questo ragionamento sano. Allora, si pone l’alternativa tra il lasciare campo libero a qualunque “tipo di pratica” ( il Far West della procreazione artificiale) e il cercare invece di regolamentare la materia, operando saggiamente nell’ottica della “riduzione del danno”: cercare di contenere pratiche e tecniche procreative, pur eticamente sbagliate, ma non di estrema gravità e pregiudizio per la salvaguardia della vita. A tale riguardo, nel contenuto della Legge 40/04 è assai positivo il riconoscimento dell’obiezione di coscienza per il personale sanitario, cioè la possibilità di non prendere parte alle tecniche di procreazione artificiale. Per altro, una materia così delicata, non può essere lasciata a un fantomatico codice di autoregolazione e alla libera decisione delle coppie, come vorrebbero i centri che praticano queste tecniche, anche perché questa problematica chiama in causa, necessariamente, la società e l’intervento dello Stato, allo scopo anche di garantire – come recita la legge – i diritti dei soggetti coinvolti e in particolare il “concepito”, che è il soggetto più debole. Così, occorre, senza ombra di dubbio, evidenziare il fatto positivo che, pur con tutti i limiti descritti, la legge 40/04 difende importanti princìpi: - Innanzitutto il DIRITTO ALLA VITA fin dal concepimento; - In secondo luogo, il diritto di porre dei “limiti certi” e ben delineati al potere manipolatorio delle tecniche procreative artificiali; - In terzo luogo, difende il ruolo dello Stato nel creare leggi che impediscano alla ricerca scientifica di diventare anti-umana, in modo tale che sia il criterio del bene comune a sostenere il lavoro degli scienziati, e non quello dei profitti delle multinazionali. Questa Legge riesce, per certi versi, a tutelare il principio della difesa della vita e della sua dignità in tutti i suoi aspetti che, per altro, è un principio caratterizzante il fondamento di ogni giusta società politica. In realtà, nelle società democratiche tale principio si lega, e viene difeso, insieme ad altri irrinunciabili principi fondativi, quali l’uguaglianza e la libertà di tutti gli esseri umani, la giustizia e la solidarietà sociale: principi che obbligano ad accogliere la vita e a dare a ciascuno le migliori opportunità per sviluppare la propria personalità. La difesa della vita è il giusto inizio di un impegno politico che riguarda tutti gli aspetti dell’esistenza. Questi principi non sono né di destra né di sinistra: sono principi di democrazia, condivisibili da tutti coloro che possiedono una coscienza civile.
IL “NO” AI REFERENDUM Per tutti questi motivi occorre dire NO ai referendum e questo può essere fatto in due modi: a) andando a votare NO per i 4 referendum; b) non andando a votare. Si consiglia a tutti di astenersi dal voto, cioè il secondo modo di dire NO a questi referendum: perché trattasi di una “astensione attiva”, ben diversa dal “disinteresse” al voto, perché ci troviamo dinanzi a Referendum, peraltro, ambigui nella loro formulazione, e che, tranne nel caso del referendum sulla fecondazione eterologa, nel loro titolo non dichiarano esattamente quello che, in realtà, contengono, allo scopo di ingannare il cittadino. Far mancare il numero legale è una scelta politica usuale nei parlamenti e che può essere adottata anche in occasione dei referendum. Al riguardo, urge pure sottolineare che l’azione di una “astensione attiva” dai referendum è una scelta esplicitamente prevista dal legislatore , che ritiene valido un referendum solo se vota almeno la metà dei cittadini – “quorum” - , proprio per evitare che una minoranza imponga una modifica ad una legge approvata dalla maggioranza.
CONCLUSIONIPer concludere citiamo le parole sagge di un grande Vecchio del mondo laico, scomparso da qualche anno: Noberto Bobbio, dell’Area laica della Sinistra, scriveva così, in merito al rispetto della vita allo stato nascente, sul Corriere della Sera dell’8 maggio 1981:
“C’è innanzitutto il diritto
fondamentale del concepito,
quel diritto di nascita sul quale, secondo me, non si può
transigere. Noberto Bobbio (Corriere della Sera, 8 Maggio 1981) |
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