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Numero 6 - Giugno 2005 |
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Archivio Vox Praesepis |
Sommario
Conoscere l’Opera Praesepium: Gli albori del nuovo Presepismo. Conoscere il territorio: La cappella della Natività nella Basilica S. Maria Assunta in Petralia Sottana. Attualità: Non votare per la morte, ma prega per la Vita. Atti Ufficiali dell'Associazione: Ammissione nuovi Soci, Nomine, Riconoscimenti. Vox Informa: |
Vox Informa Dagli scritti dell’Avv. Angiolo Gracci a un anno dalla morte LA TESTIMONIANZA DI UN AMICO
DELL’OPERA Il mese scorso Margherita Aiolli da Firenze, vedova di Angiolo Gracci, ci ha trasmesso lo “scritto” che il nostro caro Amico ci lesse nel Suo intervento all'Eventus 1998, celebrato dal 5 all’8 dicembre 1998, presso l’Hotel Pomara di San Michele di Ganzaria (CT), città a ridosso dell’interessante Territorio presepiale calatino. Per far memoria di questo caro Amico dell’Opera, pubblichiamo i brani più salienti di quell’intervento, da cui traspare una forte fede nei valori eterni dell’uomo, un’ammirevole fedeltà agli ideali di patria e di libertà e, infine, un sincero attaccamento affettuoso alla nostra Isola. Tema dell’intervento: “LA MAFIA IN SICILIA E IN ITALIA” di Angiolo Gracci “La mia non è una testimonianza di
fede nel senso in cui in questi giorni ho sentito tutti pronunciarsi.
Non sono un credente nel senso in cui si è parlato e alluso. Direi che
sono una delle contraddizioni a cui alludeva il presidente, il
professore Piccione. Nell’ambito della storia - dei
presepi, di Gesù, e della storia in generale – anche noi abbiamo le
nostre particolari microstorie. Nella mia c’è la venuta in Sicilia, nel
1926, con la famiglia di mio padre ferroviere. Così, in Sicilia, ho conosciuto uomini meravigliosi come Girolamo Li Causi … una grande figura di dirigente comunista. Credo che tutti i Siciliani, soprattutto i lavoratori abbiano un debito di riconoscenza verso di lui … Mi insegnò molte cose, venendo, di nascosto, a trovarmi ... Mi sono legato alla Sicilia, perché ho avuto la possibilità di conoscere a fondo la vita, i problemi e le contraddizioni del suo popolo. …Perciò ho avuto amici, anche nel mondo cattolico, come padre Ernesto Balducci, grande figura di predicatore, ma anche coraggioso contestatore. Ho conosciuto, inoltre, quando ormai era molto vecchio, padre Giuseppe Dossetti. Questi sacerdoti mi hanno onorato della loro stima e della loro amicizia. Potrei dire che anch’io ho agito con spirito quasi missionario, ritenendo che questo fosse il mio dovere verso il Paese, il mio dovere di uomo e di patriota. … Adesso sono ritornato perché da mia sorella (prof.ssa Athe Gracci Biasci, delegata di zona onoraria per la regione Toscana, con sede ufficiale a Pontedera Pisa – n.d.R.) avevo avuto, lo scorso anno, una copia della vostra preghiera: “Resistere alla violenza”, una preghiera commovente, per la pace e contro i mali della Sicilia. Leggendola attentamente vi ho colto un messaggio che ha imposto alla mia coscienza – per il mio amore che ho per il Meridione in generale e per la Sicilia in particolare – di partecipare a questo convegno e conoscervi. Ho detto: “devo andare a vedere, devo andare a rendermi conto, come un esploratore”. I vostri riti, le vostre preghiere, le vostre invocazioni non mi hanno imbarazzato. Ho vissuto, invece, una forte contraddizione, perché – come vi rendete conto – data la mia formazione ideologica e culturale e la mia ministoria, trascorrere alcuni giorni in un clima di fede così accesa e sincera, mi ha fatto vivere una situazione che ha suscitato forti riflessi emotivi. Chiusa questa parentesi, pongo una domanda, a me, ma anche come contributo per lo sviluppo del vostro movimento: “Sono compatibili presenze come la mia all’interno di questa associazione culturale?” Quando si dice cultura si dice vita, speranza, lotta. Sono compatibile? Perché io sono quello che vi ho detto e non rinnegherò mai me stesso… Il fatto è che un’associazione come la vostra ha contenuti di fede che sono quelli stessi che ha qualsiasi uomo attivamente “onesto”; onesto non perché ha paura dei carabinieri, ma onesto perché lotta contro l’ingiustizia e sente il bisogno prepotente di dare questa ragione al suo esistere: combattere l’ingiustizia, difendere il prossimo che soffre. … Quindi la domanda è questa: “E’
compatibile tra voi una tale presenza?” … come vi ho già detto, è stata la vostra preghiera, civicamente rivelatrice e politicamente efficace, che mi ha determinato a venire. La vostra preghiera ha individuato con coraggio – in uno spirito che ritrovo al fondo della mia stessa memoria personale resistenziale – il male non solo della nostra Sicilia, non solo del nostro Meridione, ma, ormai, dell’intero nostro Paese: il male del potere politico-mafioso. Come cittadino e come uomo ho sentito il dovere di rendermi conto di come voi affrontavate questo problema così drammatico, ma che la nostra classe politica affronta solo in modo superficiale, allusivo, distorto, se non addirittura omertoso. (A conclusione di questo intervento – N.d.R.) …Vorrei fare altre … semplici annotazioni, anche sulla base dei molti appunti che ho preso. Sulla figura di Gesù: condivido quello che hanno detto … Ho fatto allora questa riflessione: Gesù nasce, come mostra il presepe, in condizioni di miseria estrema. Nasce e subito, i genitori dovranno cercare di salvarlo da una mortale persecuzione. Da parte di chi? Di un soggetto del potere politico che, in quell’epoca, si manifestava in un certo modo, ma che voleva difendere a ogni costo, il proprio egoistico dominio, sfruttando il proprio popolo e a costo di sopprimere quanti potessero rappresentare un possibile pericolo al suo potere. Direi che si trattò in quell’epoca, di una sorta di aberrazione criminale mafiosa, una forma estrema quale poteva manifestarsi in una umanità tanto più arretrata di quella di oggi. Gesù, poi, moriva, avendo vissuto praticamente, tra una persecuzione iniziale e una finale, conclusiva, stavolta posta in essere dall’imperialismo trionfante di allora. Perché sarà l’imperialismo romano, attraverso l’ipocrisia di Ponzio Pilato e l’assenteismo opportunista dei farisei, a volere la soppressione di un Gesù che porta nel mondo l’attesa parola rivoluzionaria di liberazione e di uguaglianza tra tutti gli uomini.” Angiolo Gracci, dicembre 1998 |
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